Bracca durante il dominio Napoleonico (1797-1815)
Nel 1797 la dominazione veneta cedette il posto al regime napoleonico che avvio' anche a Bergamo un periodo di grandi trasformazioni nell'aspetto territoriale, nell'attivita' amministrativa e nei rapporti economici e sociali. Dal punto di vista dell'assetto territoriale anche Bracca subi' inizialmente delle modifiche consistenti: per qualche tempo il vecchio comune venne smembrato in due, quello di Bracca, con le frazioni del settore occidentale, e quello di Truchel-Bruga comprendente anche Cornalta. Dal 1810 alla fine della dominazione francese, in seguito al decreto di rionirganizzazione e aggregazione degli enti territoriali, Bracca entro' a far parte del comune di Costa Serina e Uniti, assieme a Frerola, Pagliaro, Rigosa e Sambusita. L'altro comune della valle era Serina, che comprendeva Oltre il Colle, Cornalba e Dossena. Sul piano amministrativo il comune venne governato dalla "municipalita'" formata da tre deputati: il sindaco e due anziani, che duravano in carica un anno. Una significativa innovazione introdotta dal governo francese fu l'obbligo di istituire i cimiteri.Fino ad allora i defunti venivano sepolti sotto il pavimento della chiesa o del segrato, ma a partire dai primi anni dell'Ottocento per effetto dell'edito napoleonico del 5 settembre 1805, fu necessario provvedere alla costruzione di cimiteri su aree alquanto discoste dai nucclei abitati. Il comune di Bracca inizio' a costruire il suo nel 1808, completandolo nell'ottobre dell'anno successivo, sulla stessa area dove sorge l'attuale.
Altre riforme sostituirono addirittura effetti negativi: tra queste l'introduzione della leva militare obbligatoria dei giovani tra i 20 e i 25 anni da inserire negli eserciti napoleonici impegnati nelle campagne militari che si susseguivano tutti gli anni in Europa. Cosi' non pochi giovani renitenti, piuttosto che rischiare la vita combattendo per Napoleone andavano ad alimentare le gia' folte schiere dei briganti che imperversavano nelle vallate, imponendo taglie e dando vita a rapine. Bracca ha legato il suo nome ad alcune imprese del brigante per eccellenza della Valle Brembana: quel Paci' Paciana che imperverso' tra la fine del Settecento e i primi anni del secolo successivo prima di cadere vittima del tradimento di un complice.
Bracca durante il dominio Austriaco (1815-1859)
L'avvento del regime austriaco significo' anche per Bracca un ulteriore colpo alla gia' scarsa liberta' amministrativa goduta nel precedente governo e l'inizio di un periodo di grosse difficolta' generali. La situazione economica, gia' poco florida, fu ulteriormente compromessa dalle carestie che avevano colpito il paese, al pari dell'intera Valle Brembana, tra il 1810 e il 1816, seguite nel 1817 da un'epidemia di tifo petecchiale di particolare gravita' che causo' diverse vittime. Sul piano politico-amministrativo il governo austriaco lascio' pressoche' inalterata l'organizzazione territoriale voluta dal precedente regime e mantenne in vita le amministrazioni comunali. La rigorosa imposizione fiscale e l'assoluto divieto di ogni forma di opposizione all'autorita' costituita fecero da contraltare ad alcune iniziative di un certo rilievo, quali l'introduzione generalizzata della scuola elementare, sia maschile che femminile, e i gia' descritti interventi di sistemazione della viabilita'. In generale la popolazione subi' passivamente le imposizioni del regime, cio' non toglie che racca sia segnalata per le idee liberali di alcuni suoi cittadini; cosa che si verifico' in poche altre localita' vallari Il primo caso di opposizione al governo austriaco e' legato al nome di Andrea Magoni, e successivamente ai patrioti Giacomo Pasquinelli, Gabriele e Giovan Battista Camozzi.
La situazione socio-economica tra Ottocento e Novecento
La situzione socio-economica di Bracca tra la seconda meta' dell'Ottocento e i primi anni del Novecento non era diversa da quella del resto delle localita' montane bergamasche. La principale fonte di lavoro era costituita dal settore primario: allevamento dei bovini, coltivazione dei campi, sfruttamento delle risorse boschive; ma si trattava di attivita' assai circoscritte, che garantivano a malapena la sussistenza del nuccleo familiare. Poche erano, come si e' visto, le famiglie che si distinguevano per un superiore livello di reddito: in genere le proprieta' fondiarie erano sfruttate cosi' intensamente da risultare scarsamente produttive. In alternativa a queste attivita' tradizionali si era sviluppata la coltivazione del gelso per l' allevamento del baco da seta. Completavano il panorama produttivo del paese alcune botteghe artigianali, qualche negozio, un paio di mulini, una segheria, una pesta per la canapa e tre latterie, una a Pregaroldi, una a Bracca centro e una a Cornalta. Il quadro economico e sociale era al quanto precario e per di piu' penalizzato da una situazione sanitaria tutt'altro che confortante: le epidemie erano all'ordine del giorno e la mortalita' infantile erano un tragico fenomeno che colpivano tutte le famiglie e si aggirava su medie dell'ordine di 15-20 morti nel primo anno di vita ogni cento nati vivi. Nemmeno l'industrializzazione della media Valle Brembana avviatasi all'inizio dei primi anni del Novecento in comcomitanza con la costruzione della ferrovia e delle centrali idroelettriche ebbe significativi riflessi sulla vita di Bracca.
La Fonte e la sala bibite per la cura idropinica negli anni Venti
L'unico fattore veramente positivo di quegli anni, con il quale si e' poi identificata la storia stessa di Bracca del Novecento, fu l'avvio dello sfruttamento della sorgente del River, sorgente all'interno dell'orrido e gia' da tempo conosciuta per le sue proprieta' termali e diuretiche. Giia' per tutto l'Ottocento si era sviluppato un modesto commercio di quest'acqua da parte di carrettieri che trasportavano in botti e damigiane fino a Bergamo, dove era ricercata da medici e farmacisti, ma solo ai primi anni del Novecento il comune , sull'onda di quanto era gia' successo a San Pellegrino, si diede da fare per valorizzarla al meglio. E nel 1906 la sorgente venne data in concessione alla Societa' Anonima Termale Fonte Bracca che subito realizzo' le opere di captazione della sorgente e costrui' il primo stabilimento di imbottigliamento, nel luogo ove ora sorge l'Albergo Fonte Bracca.