VALNEGRA sembra derivare il suo nome da "NEGRA" oscura, anche se la sua posizione geografica e' tutt'altro che angusta. Gli abitanti di Valnegra sono molto industriosi da sempre, seppero coltivare il piccolo territorio comunale a Biada, a Patate e a Gelsi. Ben costruiti furono anche i molti che esercitavano l'arte del carbonaio e che "esportarono" questo mestiere anche fuori provincia e fuori italia. Valnegra, ai piedi del Monte Torcola, e' un piccolo centro che già nel '400 era autonomo da Piazza Brembana ed ospitava una comunità contadina dedita allo sfruttamento dei pascoli e dei boschi. Se si pensa al "Nigra" che colorisce il nome della valle, non si puo' fare a meno di ricordare i riflessi scuri dei pini che ondeggiavano numerosi al soffio delle brezze che giocano tra le pendici del monte. Esser boscaioli di Valnegra, con qualcosa di misterioso nel nome che poteva voler dire esser cresciuti dove bisognava saper dominare eventi difficili, era un titolo di credito nel mercato della professione. Ed infatti la loro abilita' non era inferiore alle aspettative che quotavano al rialzo la loro specializzazione in Italia e all'estero. Si spiega così come Valnegra una piccola comunità abbia potuto arricchire di opere d'arte la propria chiesa, pur dovendo ricostruire l'antico edificio. Nella storia recente Valnegra viene ricordata come prima sede di scuola superiore della Valle, sorta nel 1865 nel Collegio S. Carlo dell'Opera Pia Gervasoni. Qui si formo' per anni la classe dirigente della borghesia vallare, per cui l'istituzione veniva ironicamente definita "la Sorbona di Gogìs". Oggi ospita la scuola media intercomunale e c'e' da augurarsi che qualche "oculato" provvedimento ministeriale non intervenga a chiuderla, favorendo l'emigrazione di quanti, anche a costo di sacrifici, abitano la valle che amano, ma non pensano per questo di dover ulteriormente sacrificare i propri ragazzi a prolungati ed assurdi trasferimenti.
Durante la dominazione veneta, nel 1429 Valnegra divenne capoluogo della quadra Valle Brembana Oltre la Goggia, come testimonia la lapide posta sulla facciata della probabile casa del Vicario. Nella piazza attigua di Valnegra si puo' ammirare la fontana in serizio realizzata nel 1881. Due sono gli edfici che appaiono a chi osserva il paese da lontano: la chiesa e la scuola. La chiesa, citata per la prima volta nel 1449, dedicata a San Michele Arcangelo venne piu' volte restaurata fino al 1838, anno in cui fu completamente ricostruita in stile neo classico. Sul campanile, la statua del Santo, in rame e alta ben 2,93 m, sovrasta il paese e protegge i suoi abitanti. La via principale di Valnegra, le scitte scolorite dei vecchi negozi ci ricordano quanto fossero diffuse le attività commerciali all'inizio del secolo, così come la vita sociale che si svolgeva in piazza, nele numerose osterie e all'ombra del Frassino, l'albero secolare al centro della via principale. Alcuni edifici della medesima strada presentano balconi e finestre in cemento decorativo e su alcune pareti sono visibili raffigurazioni sacre. A sud del centro abitato di Valnegra, sorge solitaria la chiesetta di San Carlo, un oratorio di semplice, ma gradevole architettura costruito tra il 1600 e il 1700.