Il nome di Valleve, sembra derivare dal dialetto Vallev' = Valle di Lefe che a sua volta potrebbe avere un origine Gallica, dal nome Leufo (Valle di Leufo). La prima citazione storica risale al 1.181, i suoi abitanti in tempi remoti si dedicavano interamente alla pastorizia ed alla cura estiva delle Mandrie che quivi erano portate in alpeggio.
Due date hanno caratterizzato la storia di questo centro : il 1780 e il 1815. In entrambi i casi furono avvenimenti funesti,caratterizzati dalla caduta di due enormi valanghe. Nel 1780 la massa nevosa cadde proprio davanti alla chiesa parrocchiale , entrando nel tempio e facendo diversi morti; nel 1815, la valanga, caduta nell'alveo del Brembo, sbarro' il corso del fiume, che straripo' ancora nelle vicinanze della chiesa,facendo danni e vittime. Superate le strettoie delle ardesie strapiombanti di Branzi, dove si possono vedere all'opera i cavatori di piöde, la valle torna ad addolcirsi e si apre in pascoli e abetaie. E' la zona di Valleve, che in epoca feudale dipendeva dai monasteri di Astino e Pontida, ai quali i "Capitanei" di Valleve (i Cattaneo di oggi) dovevano riconoscere un tributo annuo per il reddito delle cave di "piöde" e delle miniere di ferro, rame e argento. A questo proposito e' curioso annotare che gli abati pensarono bene di integrare la percentuale di ferro a loro dovuta con altrettanti pesi di formaggio, sapendo che nel periodo estivo, in cui no si poteva lavorare in miniera per l'alto tasso di umidita', i valligiani non restavano inoperosi, ma si dedicavano all'alpeggio.