Un piccolo museo nell'Istituto Comprensivo di Valnegra

La scuola di Valnegra è tra le più vecchie istituzioni della Valle Brembana. Qualcuno in passato l’ha definita "Sorbona d'i Gogis" perché ha formato diverse generazioni di studenti provenienti dall’Oltre Goggia. Nacque come Opera Pia nel 1866, grazie al lascito di Francesca Gervasoni, probabilmente nell’ edificio che fu abitazione della benefattrice. Ad esso si affiancò nel 1875/76 il Convitto San Carlo che diede ospitalità ad un numero sempre più grande di ragazzi. Nel 1892 vennero aperte le scuole tecniche e un ginnasio privato a beneficio dei seminaristi di Bergamo. Il primo Ottobre 1917 un decreto stabilì che la Scuola Tecnica dipendente dall’Opera Pia Gervasoni fosse pareggiata alla corrispondente scuola governativa divenendo nel 1924 avviamento professionale-commerciale. Nacquero successivamente la Scuola Media Inferiore, la Media Unica e di recente l’Istituto Comprensivo "Francesca Gervasoni". Tutte queste date, la struttura dell’edificio, in parte modificata nel tempo, il lungo elenco di alunni che hanno frequentato i diversi indirizzi di studi, confermano il prestigioso passato di questa scuola.

Nell'aula di scienze, oltre a vecchi strumenti di laboratorio, abbiamo notato un certo numero di animali imbalsamati con targhette risalenti al 1914 e abbiamo saputo che provenivano dalla vecchia scuola tecnica insieme ad altri raccolti poi da Don Gaetano Traini, rettore del collegio San Carlo. Tra essi possiamo distinguere uccelli migratori e stanziali che spesso evitano la sosta a causa di mutamenti ambientali, ma percorrono ancora i nostri cieli, galli, coturnici e camosci di alta montagna, lepri bianche, piccoli roditori e carnivori nascosti nei nostri boschi. All'inizio del secolo scorso le specie raccolte erano quasi tutte cacciabili e l’attività venatoria era ancora il passatempo più praticato dagli uomini e, nei periodi più difficili, per qualcuno poteva rispondere ad esigenze economiche. Era anche abbastanza usuale osservare nelle case un animale imbalsamato, quale trofeo di caccia o semplicemente come suppellettile sopra il camino o sulla credenza più bella… noi li abbiamo trovati a scuola con tanto di targhetta con la scritta 1916 / 17 Dono degli alunni della scuola tecnica.

A distanza di quasi cento anni ci è sembrato importante valorizzare, da un punto di vista storico-scientifico, gli esemplari imbalsamati, a testimonianza di un contesto sociale in cui era diverso il rapporto dell’uomo con l’ambiente montano e, dopo averli ripuliti, ordinati e classificati, abbiamo realizzato un piccolo museo dove ospitarli. Per creare un legame tra passato e presente, per far conoscere anche qualche animale che non possiamo più incontrare nei prati, tra i boschi o vicino al corso del Brembo, abbiamo completato il nostro percorso con magnifiche foto della fauna locale, dei paesaggi e dei fiori più significativi dell’Oltre Goggia. Il nostro lavoro vuole essere un piccolo contributo affinché lo studio e l’osservazione di ciò che ci ha offerto e ci offre la natura, stimoli gli uomini al rispetto e alla conservazione delle sue specie in modo che non costituiscano solo un ricordo immortalato su foto o conservato in teche, ma continuino a trovare uno spazio adeguato in cui vivere. Per un prossimo futuro sarà allestita una sezione dedicata alle rocce per la ricostruzione della storia geologica dell’Alta Valle Brembana. Infine verranno raccolti strumenti di laboratorio, documenti , vecchie attrezzature, carte geografiche a testimonianza della ormai secolare vita di questo Istituto.

I VULCANI, IL GRANDE LAGO, IL MARE E.. INFINE LE MONTAGNE
Circa 350 milioni di anni fa, sull'antica superficie terrestre prendono vita le rocce che costituiranno la Valle Brembana.. Sull'area emersa la catena montuosa precedente è ormai completamente smantellata e il paesaggio, forse simile al nostro, si trasforma rapidamente. I movimenti profondi del mantello provocano fratture nella crosta terrestre e la risalita del magma dà origine ad un'attività vulcanica intensa. Dal cratere del vulcano si genera un lago vasto e profondo, dove i fiumi impetuosi che scorrono da est e da sud, riversano una grande quantità di sedimenti . Successivamente, durante un lungo periodo di clima secco e arido, sul bacino lacustre si stende una spessa coltre di detrito. Avviene in seguito un episodio che condizionerà parecchio il paesaggio attuale della Valle: da est avanza il mare, sempre più profondo e si manifestano anche episodi di emersione del fondo marino. Dallo scontro tra la zolla africana e quella europea ha inizio il processo orogenetico, che culminerà con la nascita della catena alpina e naturalmente della montagna orobica. Possiamo leggere l'intero percorso sopra descritto anche sul territorio dell'Alta Valle Brembana. Valnegra, già collocata in un luogo di elevato interesse geomorfologico-¬strutturale, pare creata appositamente quale base di partenza per l'osservazione “a ritroso” della storia geologica della Valle. Dal paese, infatti, risalendo la Valle dell'Olmo oppure la Valle di Carona, sino allo spartiacque Valtellinese, si passa dalle rocce marine recenti, alle continentali, alle lacustri, alle vulcaniche sino a calpestare il basamento cristallino cioè la superficie terrestre di 300 milioni di anni fa. I “frammenti” di roccia che caratterizzano il singolo ambiente paleogeografico sono qui rappresentati. Una sintetica descrizione della litologia e una ricostruzione degli ambienti del paleozoico, del mesozoico e del meccanismo orogenetico ci aiuteranno ad individuare le peculiarità dei campioni e saremo in condizione di rintracciarli sul territorio ed ottenere quindi le prime piacevoli sorprese di neo scienziati.