Sull'origine del nome CARONA, gli storici non trovano concordi. Esso potrebbe derivare dal latino CALAUNA, o addirittura da un nome etrusco. Potrebbe inoltre essere anche un nome personale "CARONA", o quello della voce latina COLUMNE, ad indicare delle"columna e miliares".
Di certo si e' trovato che questo centro e' citato su antiche carte gia' nel 926. E' sempre stato conosciuto comunque, oltre che per le miniere di ferro sfruttate dai Romani che vi avevano anche installato un "forno di fusione", per l'ottimo formaggio che quivi veniva commerciato. Anticamente diffuso era anche la coltivazione di patate, di cui Carona andava famosa per la loro qualita'.
Nel '700 si contavano piu' di 20 concessioni distribuite anche all'Acqua Bianca, in Val Sambussa, alla Forcella e al Dosso dei Signori. Esauriti od abbandonati gli sfruttamenti che si rilevavano improduttivi, il territorio di Carona e' oggi ancora interessato dalla coltivazione delle cave di "piöde". Ampliando con sbarramenti artificiali l'invaso naturale dei laghetti preesistenti nella zona del Calvi e dei Laghi Gemelli, ad inizio secolo si sono attuati grossi interventi di ingegneria idraulica per la realizzazione di una serie di bacini che alimentano le centrali idroelettriche dislocate a valle lungo l'asse del Brembo. Lo scenario alpino di questi laghi, attorniati da lariceti a da pascoli di mandrie e greggi, e' meta costante degli escursionisti. La stagione invernale favorisce invece il versante di Carisole dove sono in funzione gli impianti sciistici collegati anche al bacino di Foppolo..