Cenni storici di Roncobello

Roncobello, Comune dell'Alta Val Brembana (confinante con Branzi, Isola di Fondra, Moio de Calvi, Lenna, Serina, Oltre il Colle e Ardesio) e' costituito da tre frazioni maggiori, che in alcuni periodi sono state comuni indipendenti, ciascuna, ricca di piccole contrade.

Roncobello (sede comunale) con le contrade di Costa, Serrata, Monica, Piccarelli, Capovalle e Caprini.
Baresi con le contrade di Oro e Valsecca.
Bordogna con le contrade di Foppocava, Case, Barelli, Torre e Forcella.

Lo studio etimilogico delle denominazioni delle frazioni maggiori e' giunto alle seguenti conclusioni. Il nome Roncobello e' costituito da Ronco e Bello, Ronco deriva dal latino Runcus che significa terreno e terrazze. Bello fu aggiunto, in omaggio alle sue bellezze, da Re Vittorio Emanuale II dopo una sua visita nel 1879. Baresi deriva probabilmente dal celtico Bar, che vuol dire altura; Bar puo' significare in celtico anche becco o cespuglio spinoso, ma la prima tesi sarebbe confermata dall'ubicazione della parte piu' antica del borgo. Bordogna deriverebbe dal nome di un patrizio romano, un certo Bordonus, che ne avrebbe ottenuto la proprietà in seguito alla centuriazione.

Periodo Medioevale
Le prime notizie su Roncobello ci provengono dal "Rotolus Episcopatus Bergomi" dell'anno 1258 in cui si legge che nel 1190 il Vescovo Lanfranco affido' alla Comunità di Costa di Roncobello il monte Mezzeno ed il monte Vindiolo; nello stesso documento sono citati altri preziosi toponimi: Valsecca, Branchino, Vendulo e Vetro. Bordogna e' segnalata per la prima volta nella descrizione dei Confini del Territorio Bergamasco del 1234, manoscritto dell'Archivio Comunale di Bergamo deposistato presso la Biblioteca Civica. Bordogna compare ancora negli Statuti del 1331, riportati dal Rosa nel prezioso volumetto "Statuti inediti della Provincia di Bergamo" (1863) in cui si prescriveva di farne un comune unico con Valnigra, Borgonigro e Lentina (forse Lenna). Nel 1364 acquisisce i propri Statuti insieme agli altri comuni posti oltre la Goggia; cioe' quei comuni che si trovano al di la' della strettoia della Val Brembana, sita allo sbocco della Val Parina, caratterizzata dalla presenza di un alto sperone di roccia chiamato la "Goggia".

Periodo della Dominazione Veneta
Le incresciose lotte fra i Guelfi e Ghibellini ebbero fine solo dopo il giuramento di fedelta' a Venezia da parte di tutti i Comuni di Oltre la Goggia; a tal scopo convennero a Bergamo nel 1442 i vari rappresentanti, fra i quali e' ricordato anche quello di Bordogna, per offrire sudditanza al Podestà Bartolomeo Vernier e al Capitano Andrea Giuliani (B.Belotti, Storia di Bergamo, Vol. III Pag. 57-58). L'autonomia comunale delle singole frazioni Bordogna, Baresi e Roncobello si realizzo' per la prima volta secondo alcune fonti nel 1519, secondo altre nel 1587. Chi poi volesse conoscere con dovizia di particolari le condizioni in cui si trovavano le chiese, gli oratori e le confraternite nel Cinquecento, potra' leggere gli Atti della Visita di S. Carlo Borromeo effettuata nel 1578 (atti editi a cura del Cardinale Roncalli, in seguito Giovanni XXIII, nel 1936-1957; edizione Olschki). Il flagello della peste non risparmio' neppure l'Alta Val Brembana dall'aria saluberrima. Da un manoscritto di Lorenzo Ghirardelli "Il Memorando Contagio seguito in Bergamo 1630" stralciamo alcune note statistiche raccolte dal Pres. della Sanità Francesco Pisani. Baresi -  Vivi:  maschi 22, femmine 28 - Morti: maschi 16, femmine 18. Bordogna - Vivi:  maschi 46, femmine 70 - Morti: maschi 23, femmine 59. Roncobello era allora la frazione di Baresi. Durante il lungo e tranquillo periodo della Dominazione Veneta non sono registrate notizie locali di rilievo; solo verso il finire di tale signoria Baresi divenne la protagonista di un avvenimento di notevole importanza e di vasta eco: l'innalzamento del primo albero della Libertà segno di ribellione da parte di due dubbie figure locali G. Lodovico Bonetti e G. Domenico Gervasoni.

Ottocento
Dopo la breve parentesi della Repubblica di Bergamo, alla Repubblica Cisalpina e alla Dominazione napoleonica, seguì la restaurazione imposta dagli austriaci. Dalla nuova amministrazione fu incaricato Mairone da Ponte, emerito professore liceale, di stendere una aggiornata descrizione del territorio bergamasco analizzato sotto il profilo naturalistico, storico, politico ed artistico. Fu così redatto il famoso Dizionario Odeporico della Provincia di Bergamo 1819, che illustrando il nostro territorio così di esprime:

Baresi: villetta di Val Brembana oltre la Goggia, pertinenza del distretto, e della Pretura della Piazza, e' posta alle spalle di Bordogna in una situzione piu' elevata, d'onde si gode di una buona veduta sopra il piano di coltura. Avvi il passo piu' frequentato per la Val Seriana. Il suo territorio e' alpestre. Pochi campi a biada, molti prati, e forse piu' boschi e selve lo formano. Baresi non ha piu' di duecentotrenta abitanti quasi tutti montanisti, ciclopi, e carbonaj; e molti di questi ultimi restano fuori di patria, esercitando l'arte varj mesi dell'anno. Questo villaggio staccate dal maggior suo caseggiato ha le contrade di Castello, Curtivo, Cabonetti, Càdisotto, Piana, Concinenga, Volpina, Terra nuova, Valsecca ed Arlo. La sua chiesa parrocchiale titolata di S. Giacomo apostolo e della pieve di S. Martino della Piazza, e degno di osservazione ha un quadro che vuolsi attribuire al pennello del nostro Palma il Vecchio; ed avvi un oratorio in onor di S. Rocco posto alla fine della villa. Baresi e' lontano dalla Piazza miglia sei, e da Bergamo trenta; ed ha di estimo censuario scudi 6106.2.0.11.3 ed ottantuno possidenti estimati. Bordogna: piccolo villaggio  di Val Brembana oltre la Goggia pertinenza del distretto, e della pretura della Piazza, e' posto all'est della contrada Cantone e Pioda della parrocchia di S. Martino, a sinistra del Brembo, che discende dalla Valfondra; e resta su di una pendice che guarda direttamente il ponente.

Il suo territorio e' scosceso, ha nullameno dei campi di biada, molte boscaglie e pascoli frastagliati da sterilissime rupi. Molti dè i suoi abitanti, eccellenti fusinieri stanno fuori di patria quasi tutto l'anno. Gli altri sono o agricoltori, o addeti alla custodia del bestiame a riserva di quelli che tagliano nelle due fabbriche di conciapelli che vi esistono; e tutti assieme non arrivano alle duecento persone. La chiesa parrocchiale sotto la invocazione di S. Maria Assunta, dipende dalla plebana di S. Martino, e' di recente e buona costruzione, ed ha di osservabile un quadro nella cappella di S. Rocco attribuito al pennello del nostro Ceresa. Bordogna disgiunte dal suo maggior caseggiato ha la contrada di Foppacava, ove trovasi un oratorio dedicato alli S.S. Angeli Custodi, nuovamente restaurato; di Forcella, che ha un oratorio col titolo di S. Giovanni Battista con un quadro di antico buon pennello, stato recentemente ritoccato. Ha altresì le contrade dette Zuccaro, alla Cà, Foppa, Barelli della Torre, appunto una vecchia torre dimostrante che pur quelli di Bordogna andarono soggetti allo spirito di frazione dagli infelici secoli XIII e XIV.

Questo villaggio a soccorso dè suoi poverelli ha due pii luoghi, la commissaria Gervasoni, denominata cosi' dal suo istitutore, e la Misericordia; e resta lontano dalla Piazza miglia quattro, e da Bergamo ventonove, e unitamente a Ronco, ha di estimo censuario scudi 7263.0.3.7.0 con ottanta possidenti estimati. Roncobello: Il territorio di questo Comune, alquanto frazionato, si addentra nell'alpestre e solitaria Valsecca, tributaria della Valfondra, fra le propaggini settentrionali del Monte Menna e quelle meridionali dello Spondone. Roncobello (1009 m), capoluogo del Comune, e' paese di discreta appartenenza, con belle villeggiature e con modeste ma pulite trattorie. Frazioni del Comune sono Capovalle, Costa Inferiore e Monica. Il suolo, coltivato generalmente dalle donne; produce segala, patate, legumi; nella regione alta si hanno ricche boscaglie e vasti pascoli, assai frequentati nella stagione dell'alpeggio. Importante in luogo e' la produzione dei latticini, del legname da costruzione, da ardere e del carbone, industrie alle quali piu' particolarmente attendono gli uomini, quando non emigrano.

Novecento
La costruzione del Grand Hotel, avvenuta all'inizio secolo, consacra Roncobello stazione principale delle villeggiature brembane; non piu' alberghetti scalcinati, ma un Grand Hotel capace di soddisfare le clientele piu' esigenti composte allora da ricchi borghesi, professionisti affermati e nobilotti decaduti. Ma quell'esplosivo benessere che caratterizzava la Belle Epoque, ha una durata breve; a spegner le illusioni e le effimere speranze sopraggiungono i funesti tuoni del primo conflitto mondiale. La fede e l'ardimento, doti necessarie per ottenere la vittoria, non sono pero' sufficienti per garantire una pace lunga e duratura; alla prima guerra mondiale ne segue una seconda dopo un ventennio tumultuoso, le cui vicende essendo troppo vicine e spesso ancora sub-iudice, preferisco non trattare. Ogni guerra ha i suoi eroi e i suoi martiri. Per non dimenticare, ricordati sulle lapidi dei loro paesi nativi troviamo i nomi dei caduti e dei dispersi.

Documentazione a cura della Biblioteca Comunale di Roncobello