Lenna e la sua Comunita'
Lenna e' un piccolo comune montano posto all'imbocco dell'Alta Valle Brembana: e' la porta d'accesso ai numerosi e pittoreschi paesi distribuiti sui fianchi delle nostre montagne. E' situata in una stretta conca alla confluenza dei due rami del Brembo così che il Fiume vi si adagia e perde la sua caratteristica torrentizia. Si trova a 465 metri sul livello del mare al centro di una corona di monti: l'Ortighera, il Menna, il Venturosa, il Toracchio. Gli abitanti sono piu' di 700: operosi, facili all'iniziativa, genuini. Le case, quasi tutte ristrutturate, sono adagiate le une accanto alle altre, secondo le caratteristiche dei centri montani. Solo la parte piu' nuova che sta' sviluppandosi verso via Fontanile e Via Cornella dà al paese un aspetto moderno e quasi cittadino. Luogo di villeggiatura e di turismo, Lenna e' sempre stata, specie nei mesi estivi, meta di passeggiate e di escursioni. Ricchi di attrattiva sono: la fresca Pineta, il piccolo lago artificiale e sopratutto i due Cantoni che rimangono intatti nella loro segreta bellezza. Sul piano industriale e' in via di sviluppo grazie ad alcune aziende che si sono insediate nella vasta zona acquistata dalla Comunità Montana. Notevole sviluppo ha avuto anche la tradizionale lavorazione del legno con fabbriche che esportano gran parte del loro prodotto. Una serie di funzionali attrezzature va man mano arricchendo il settore dello sport e del tempo libero. La Commissione della Biblioteca Comunale ha voluto dare uno sguardo al passato di questo paese. E' stato un tentativo di portare alla luce un po' di storia, un po' di economia, un po' d'arte. Non si puo' guardare all'avvenire senza conoscere le "radici" e le nostre sono la storia.
Le Origini
Le Origini di Lenna sono incerte e si perdono nel tempo, per quanto - presumibilmente - non antichissime. Le prime notozie relative all'Alta Valle Brembana provengono dai geologi i quali preferiscono che, in tempi molto remoti, il ghiacciaio finiva probabilmente a Lenna, dove si collegavano i due ghiacciai del Brembo (ramo di Olmo e ramo di Branzi). La storia della Valle Brembana e' strettamente legata alle vicissitudini storiche di Bergamo: i Galli si sostituirono agli Etruschi. Nel 196 a.c. i Romani imposero il loro domicilio; nel 402 d.c. Alarico saccheggia Bergamo e la terra bergamasca; poi e' la volta di Attila. Probabilmente inizio' allora la lenta avanzata di comunità contadine nella Valle. Si arriva al periodo tra il 100 e il 1300 quando, in seguito a feroci persecuzioni originate dalle lotte di fazione, gruppi di fuggiaschi ripararono nella zona, prendendovi stabile dimora.
Le prime abitazioni sarebbero sorte ad iniziativa di costoro. Sono comunque ipotesi che nessun storico ha potuto definire esattamente per mancanza di elementi sicuri. In origine doveva sorgere un villaggio di contadini: le povere capanne di paglia, con il passare dei secoli, sono state sostiuite dalle case rustiche in pietra squadra. Dalla relazione del 1596 del Capitano di Bergamo Giovanni da Lezza si apprende che Lenna fa parte di quel tratto della Valle Brembana definito: "Oltre la Goggia" che va dal Cornello a Foppolo, Mezzoldo, Carona con sede di Vicariato a Piazza Brembana. Apparteneva dunque al "Pagus Brembanus" dove c'erano gia', in epoca romana, dei centri minerari, centri notevoli: questo Pagus era collegato, con una via, al vicino Pagus Saturnius che si snodava lungo la zona piu' alta del Serio. Per certo sappiamo che Lenna era, nei secoli passati, un importante centro siderurgico alimentato dalle innumerevoli seriole derivanti l'acqua dai due rami del Brembo. Nelle due fucine il ferro ricavato veniva esportato a Bergamo, a Milano, a Genova ed anche in Germania. Le fucine lavoravano e trasportavano il minerale di ferro proveniente dalle montagne circostanti. Veniva gran parte usato per fabbricare chiodi, ferri da taglio, attrezzi agricoli, attrezzi per la lavorazione delle piante di alto fusto, utensili casalinghi e numerose armi (lami da spada e lame piccole), destinate ai Veneziani.
I Personaggi
Piu' illustre di Lenna e' Mauro Codussi (detto il Moretto - Lenna 1440 - Venezia 1504) insigne architetto che opero' soprattutto a Venezia. Fu' l'ideatore della famosa torre dell'orologio che si ammira in Piazza S. Marco a Venezia e del non meno famoso palazzo Corner-Spinelli sul Canal Grande. Tanto la prima quanto il secondo sono annoverati tra gli autentici e piu' rappresentativi gioielli dell'architettura quattrocentesca. Erede di lapicidi e di lavoratori del ferro, Mauro Codussi ha lasciato nella città lagunare molte costruzioni ispirate ad uno stile nuovo, molto personale, anche se culturalmente legato alla grande storia dell'architettura italiana del Rinascimento. Mauro Codussi aveva in "contrada de Lentena comunis Valnigra" una piccola proprieta'. In un documento nel Monastero dei Crociferi il 25 Luglio 1500 Mauro Codussi, un Moro de Martin, affida al pittore Lattanzio da Rimini l'esecuzione di una Pala destinata alla chiesa di S. Martino. Va' ricordato anche lo scultore Giovanni Battista Agosti, pure Lennese, autore di pregevoli opere tra le quali la tribuna della parrocchiale di Roncobello (1704).
Tra le Opere d'arte di Lenna, piu' pregevoli figura l'Oratorio di San Rocco costruito nel cinquecento come cappella campestre. Durante un opera di revisione (aprile 1979), alla luce un ben conservato affresco databile all'inizio del Cinquecento. L'affresco era rimasto nascosto per secoli dalla calce che vi era stata applicata come disinfettante dopo la peste che aveva colpito la nostra Valle nel 1630, dimezzando la popolazione.
Il Ponte delle Capre
E' ai limiti dei Piani di Scalvino. Di questo ponte si hanno notizie documentate gia' sul finire del Seicento: e' largo circa un metro e mezzo; col piano di calpestio in acciottolato (rissol); l'arcata e' in pietra viva modellata. Pur appartenendo ad un architettura "minore", il ponte e' posto in un luogo molto bello, tale da affascinare anche l'occhio del piu' esperto pittore. Scavalcata l'alveo del Brembo con un elegantissimo arco a tutto sesto e collega la località Cornamena. L'alluvione del Luglio 1987 lo ha deturpato brutalmente: ora e' ristrutturato.
Il Santuario della Madonna della Coltura
Sorge nei prati della nostra piana e sullo sfondo si stagliano alti e svettanti monti. In quel luogo sorgeva una fucina con quattro magazzini vicini. La fucina era chiamata "fucina da Gromo". La tradizione orale riferisce che, nella fucina da Gromo, un fanciullo al di sotto dei quattordici anni, vi lavorava come garzone da fabbro e ogni qual volta che si recava nel magazzino a prendere carbone si attardava nella contemplazione di un immagine della Beata Vergine Addolorata dipinta sul muro, Un giorno fra gli altri quella Sacra immagine gli apparve piu' bella e rischiarata d'insolito splendore .......... Al posto della fucina fu così edificato nel 1600 il Santuario in onore della Madonna. Tutt'ora e' meta di fedeli e di pellegrini devoti, certi che la Vergine Addolorata e' propiziatrice di grazie. L'immagine della Madonna di cui si parla e' custodita e venerata da quattro secoli nell'ancona dell'altare maggiore e porta scritto chiaramente "Octobri 1580". Nel Santuario si possono ammirare: gli affreschi asterni sopra la porta maggiore, la Madonna della Pietà del Ceresa, l'altare Maggiore con la bella ancona dovuta alla mano dei Gozzi di Lenna che lavoravano anche in altre chiese della Valle dal 1600 al 1750.