Per oltre 200 anni, a partire dalla meta' del Quattrocento, i Pittori BASCHENIS si sono succeduti di padre in figlio, abbellendo di affreschi decine di chiese in terra Bergamasca e portando il nome della loro patria fin nelle remote valli del Trentino . Diversi per ispirazione e capacita' artistica, piuttosto restii ad accogliere le istanze rinascimentali, seppero tutti interpretare con gusto e originalita' le tematiche proprie dell'arte sacra, non disdegnando a volte di spaziare nel profano, fino a dare alla grande pittura italiana, le opere prestigiose di EVARISTO ,autentici capolavori in assoluto . I ben 19 artisti che in qualche modo hanno lasciato traccia della loro produzione appartengono a due diverse dinastie: quella di LANFRANCO, che annoverava quattro esponenti, attivi tra la seconda meta' del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento e quella di CRISTOFORO piu' numerosa, potrattasi fino alla seconda meta' del seicento . Divisi tra la produzione nella terra d'origine e quella nelle vallate trentine ( dove e' documentata la presenzadi almeno una decina di loro ) i BASCHENIS seppero affermarsi come i pittori delle fatiche e delle sofferenze del popolo contadino di montagna . Le loro Opere rispecchiano le aspirazioni della gente umile, fosse essa bergamasca o trentina, gente che trovo' nei BASCHENIS gli interpreti ideali del sentire comune . I Pittori BASCHENIS nacquero quasi tutti nella contrada COLLA di SANTA BRIGIDA dove e' stata individuata quella che fu la dimora della dinastia di CRISTOFORO . Tuttavia essi sono comunemente noti come BASCHENIS di AVERARA, cosi' infatti firmavano le loro opere o si qualificavano nei documenti che li riguardavano, dal momento che la COLLA, come l'intera SQUADRA di MEZZO apparteneva al comune della Valle AVERARA . Va' pero' precisato che negli atti notarili redatti in Valle Averara, dai notai del posto, e' semprepresente il riferimento:BASCHENIS DELLA COLLA.
Antonio Baschenis (1450/1490)
E' il primo pittore della famiglia in ordine di tempo. Figlio di Giacomo e nipote di Lanfranco, nel 1451 risulta avere una bottega a San Michele all'Arco in Bergamo. In seguito, primo dei Baschenis, si trasferi' in Trentino, dove nel 1461 affresco' la chiesa di Santo Stefano a Carisolo con un ciclo comprendente fra l'altro un'Ultima cena, due Madonne in trono con Bambino, e varie figure di Santi. Sempre in Trentino lavoro' all'interno della chiesa di San Virgilio a Pinzolo e dipinse una Madonna col Bambino e Santa Caterina nella chiesa di Mione in Val di Rumo, firmata e datata 1480. Quanto i rapporti col paese natale, Antonio e' citato in un atto notarile del 1450 con il quale suo fratello Taddeo acquistava dei beni nela contrada Muggiasca per se' e per i fratelli Antonio e Angelo.
Angelo Baschenis (1450/1490)
Fratello di Antonio, apparve per la prima volta come pittore nel 1482, quando affresca il presbiterio di San Defendente alla Roncola con figure di Santi. Ben piu' importante e' pero' il ciclo della sagrestia della parrocchiale di Ornica, da lui firmato "Angelus de Averaria pinxit una cum filio suo" e datato 15 Novembre 1485. Ad Angelo Baschenis sono attribuiti gli Episodi della vita di San Nicola da Tolentino e altri affreschi della chiesa di Santa Brigida, risalenti allo stesso periodo. Piu' tardi lavoro' in Trentino, prima a Flavon e quindi, nel 1490, nella chiesa di San Virgilio a Pinzolo.
Giovanni e Battista Baschenis (1471/1503)
Figli di Antonio, lavorarono inizialmente in Trentino, affrescando diverse chiese, tra cui la cappella di San Valerio a Tasullo e la chiesa di Sant'Udalrico a Rumo, in Val di Non, dove nel 1471 firmarono una bella Ultima Cena. Tornati in patria, Giovanni si dedico' alla pittura autonomamente, realizzando tra l'altro la Raffigurazione del peccato originale nella sagrestia di Alino (1478) e il Cristo sul sepolcro tra la Madonna e San Giovanni in una collezione (1486) privata di Fuipiano al Brembo (San Giovanni Bianco)
Cristoforo I° Baschenis (1465/1475)
E' il capostipite, in senso pittorico, dell'altro ramo della famiglia. Pur figurando residente alla Colla, lavoro' prevalentemente in Trentino, dopo aver soggiornato per qualche tempo a Brescia. Nel 1474 dipinse e firmo' il Sant'Antonio Abate sulla facciata della chiesa cimiteriale di Pelugo in Val Rendena, l'unica opera di certa attribuzione. Per affinita' stilistica si potrebbero attribuirgli anche altri affreschi dela facciata, tra cui la Madonna con Bambino, l'Annunciazione, la Processione e San Giorgio.
Dionisio Baschenis (1493)
Figlio di Cristoforo I°, lavoro' pure lui alla chiesa di Pelugo, firmando il 9 Ottobre 1493, il grande San Cristoforo (foto a lato) che occupa il lato destro della facciata. A Dionisio vengono attribuite le Scene della vita di Sant'Antonio dipinte sulla parete esterna destra della chiesa.
Simone I° Baschenis (1488/1503)
Fratello di Dionisio, lavoro' in Trentino con il fratello, ma di lui non resta nessuna opera. Alcuni affreschi della parrocchiale di Londrone, da lui firmati assieme a Dionisio, sono andati perduti nel corso di questo secolo.
Cristoforo II° Baschenis (1472/1520)
Figlio di Simone I°, nacque nel 1472, lavoro' sempre in Trentino, dove nel 1496 affresco' l'interno della chiesa di San Felice a Bono di Bleggio con un bel ciclo recentemente ristaurato, comprendente tra l'altro una bella Crocifissione, un'Annunciazione, Scene della vita di San Felice, una serie di Santi, la teoria degli Apostoli, i Dottori della Chiesa e Cristo Pantocratore. Attorno al 1500 affresco' la chiesa di San Giorgio a Dorsino e quella vicina di San Rocco a San Lorenzo in Banale con due cicli che riprendono i soggetti gia' dipinti in San Felice. Altre opere certe di Cristoforo II° sono il Cristo benedicente e le storie di San Lorenzo della chiesa di Condino (1519), il ciclo della chiesa dei Santi Faustino e Giovita a Ragoli e gli Episodi della vita di Cristo in Sant'Antonio a Pelugo. La presenza di Cristoforo II° a Santa Brigida e' documentata da un atto notarile rogato a Muggiasca nel 1505 dal notaio Antonio Mascheroni dell'Olmo.
Simone II° Baschenis (1490/1555)
Figlio di Cristoforo II°, e' considerato l'affreschista piu' qualificato di tutta la dinastia, in quanto la sua produzione presenta una certa impronta rinascimentale e un gusto creativo personale. Tra i dipinti, l'assemblea dei Santi e Dottori della chiesa a Commezzadura (1512), la leggenda di Carlo Magno e le Storie di Santo Stefano nell'anonima chiesa di Carisolo (1519), l'Annunciazione e altri affreschi sul protiro della chiesa della Nativita' a Pellizzano (1534), la grande Crocefissione di Santa Maria Javre' (1543) e la decorazione degli interni di quello splendido gioiello che e' la chiesa di San Virgilio a Pinzolo (1539), dove tra l'altro e' possibile ammirare la rappresentazione dei Vizi capitali, una Crocefissione, un Cristo Pantocratore con i Quattro Evangelisti e i Dottori della Chiesa e Scene della Vita di San Virgilio.
Filippo Baschenis (1525/1597)
Figlio di Simone II°, fu senzaltro pittore, come appare in vari documenti: tuttavia a parte gli affreschi di Pinzolo e Massimeno a cui lavoro' assieme al padre, della sua opera non e' rimasta traccia. Tornato a Santa Brigida assieme al resto della famiglia, Filippo partecipo' attivamente alla vita del suo paese, diventando tra l'altro sindaco della confraternita del Rosario della parrocchia. Numerosi sono i documenti che riguardano Filippo. In particolare, nel 1590, egli figura tra i capofamiglia che sottoscrivono lo strumento di juspatronato della chiesa parrocchiale di Santa Brigida. Nel 1588 e' cosi' registrato nello stato d'anime della parrocchia: nella casa della Colla, di messer Filippo Baschenis, abita il medesimo Filippo d'anni 63, pittore, con Lucia sua moglie d'anni 53 e suo nipote Antonio di anni 10.
Cristoforo Baschenis il Vecchio (1520/1613)
Fratello di Filippo, dopo le prime esperienze giovanili in Trentino, si stabili' a Bergamo in borgo San Leonardo e dal quel momento lavoro' sempre in Bergamasca. Nel 1564 affresco' il ciclo delle Storie di San Bernardino a Lallio e nel 1576 firmo' gli affreschi della chiesa di Sant'Egidio a Fontanella. A Cristoforo il Vecchio appartengono anche una grande Crocifissione e la Predica di Santo Francescano nel monastero di Romacolo a Zogno, oltre agli affreschi della chiesa di Santa Trinita' a Urgnano e a diverse opere minori. Anche Cristoforo il Vecchio compare in diversi atti rogati a Santa Brigida. In uno di questi e' registrata la vendita da lui fatta al nipote Giovanni Battista Guarinoni, pure pittore, di una pezza di terra "campiva e prativa" in contrada Ripa.
Cristoforo Baschenis il Giovane (1560/1626)
Figlio di un fratello di Cristoforo il Vecchio, apprese l'opera pittoresca a Bergamo, nella bottega dello zio, al quale fu affidato dal padre, come apprendista, per cinque anni, con un regolare contratto notarile. Le sue opere piu' note sono le Scene della vita di San Giovanni Battista (foto a lato) nell'omonima cappelletta di Cusio (1583) e gli Episodi dela Vita di San Benedetto da Norcia, nel monastero di San Benedetto a Bergamo (1597).
Pietro Baschenis (1590/1630)
Pronipote di Cristoforo il Vecchio, e' forse il primo esponente della dinastia a non essere nato a Santa Brigida. Nacque infatti a Bergamo, nella casa a suo tempo acquistata dal nonno in Borgo San Leonardo. Tra i suoi primi lavori figurano gli affreschi mitologici di casa Galizzi (ora casa parrocchiale) a Leffe (1613) e la Madonna col Bambino nella segrestia della Basilica si Santa Maria Maggiore (1616). Dopo tale data lavoro' intensamente in varie localita' bergamasche, realizzando opere sacre e profane. Notevoli le Storie della Vergine nel Santuario di Sombreno, gli affreschi del monastero dell'Incoronata a Martinengo e quelli della chiesa dell'Assunta a Grassobbio. Pietro Baschenis, morto di peste nel 1630, fu l'ultimo degli affreschisti. Dopo di lui la fama della famiglia sara' legata ai capolavori di Evaristo.
Evaristo Baschenis (1617/1677)
Nato a Bergamo nel 1617, Evaristo (Guaresco) Baschenis, si distacca nettamente da tutti gli altri pittori della famiglia, sia perche' si dedico' quasi esclusivamente ala pittura a olio e sia per il livello artistico nettamente superiore da lui raggiunto, che ne fa uno dei piu' qualificati artisti del Seicento. Poco si sa dei rapporti che intercorsero tra Evaristo e il resto dell famiglia, salvo supporre che in giovane eta' abbia conosciuto il cugino Pietro, morto quando egli aveva appena tredici anni.
Non esiste documentazione nemmeno su i suoi eventuali legami con Santa Brigida e non e' da escludere che non vi abbia mai messo piede, non avendo qui nessun interesse economico. La formazione artistica di Evaristo, maturata di pari passo con la vocazione sacerdotale, fu comunque del tutto autonoma dalla tradizione dei suoi antenati frescanti e tale da costituire il necessario presupposto per quella personale e inimitabile esperienza creativa che lo colloca nel novero dei grandi bergamaschi di ogni tempo. L'eleganza e la raffinatezza del suo stile eccellono in particolare nelle molteplici composizioni con strumenti musicali, considerate tuttora ineguagliate, e nelle nature morte in cucina. Il gusto cromatico, il rigore composito, la sapiente resa dei volumi e delle forme conferiscono all'opera di Evaristo Baschenis la straordinaria forza evocativa di un perfetto ordine superiore che diventa modello per la natura umana e induce a meditare sull'essenza intima delle cose e sull'inarrestabile fluire del tempo. L'originalita' della sua opera non venne pienamente compresa e apprezzata dai contemporanei, influenzati dall'imperante gusto barocco dell'epoca e solo in questo secolo la critica ha collocato Evaristo nella giusta luce. Le sue opere sono oggi conservate, oltre che nell'Accademmia Carrara di Bergamo, in pinacoteche e collezioni di tutto il mondo.