Come per molti altri borghi vicini, si pensa che i primi insediamenti stabili in questa zona siano riconducibili all'epoca delle invasioni barbariche, quando le popolazioni soggette alle scorrerie si rifugiarono in luoghi remoti, al riparo dall'impeto delle orde conquistatrici. In particolar modo si presume che siano stati gli abitanti della vicina Valsassina ad arrivare per primi (presumibilmente attorno al VI secolo), come testimoniano alcuni toponimi uguali tra le due zone. Scarse sono le notizie del paese anche nell'epoca medievale, quando si sa che venne posto nel feudo facente capo alla famiglia ghibellina dei Visconti, i quali diedero il permesso, ad ogni persona appartenente alla loro fazione, di uccidere un guelfo. Nonostante questo non ci sono giunti documenti che attestano di lotte avvenute sul suolo comunale. In quest'epoca il paese, prima relegato al ruolo di frazione di San Pietro d'Orzio (ora frazione di San Giovanni Bianco), acquisì prima la propria autonomia assumendo il nome di Santa Maria di Camerata, poi crebbe d'importanza grazie ai traffici che, grazie alla via Mercatorum, passavano dal borgo di Camerata per dirigersi verso la Valtellina. Il mercato del paese divenne uno dei più importanti di tutta la zona, tanto da diventare motivo di scontro con i vicini paesi di Zogno e San Giovanni Bianco. Nel 1428 il paese entrò a far parte della Repubblica di Venezia e fu inserito nel distretto amministrativo della Valle Brembana, che comprendeva tutti i comuni della bassa valle fino alla Goggia, una strettoia che, situata appena fuori dal centro abitato del paese, divideva la bassa valle con quella alta. Questa dominazione garantì sgravi fiscali e numerosi privilegi, ma diede il via alla costruzione di una nuova strada, la via Priula, più agibile dai carri e dai viandanti. Questa fu edificata sul fondovalle, escludendo di fatto il centro abitato, che perse la sua importanza commerciale.
Nonostante questo paese possa apparire un piccolo borgo sperduto tra i monti della val Brembana, non si può dimenticare che proprio qui, precisamente nel borgo di Cornello (poi ribattezzato Cornello dei Tasso), nacque il sistema postale. Secondo tradizione fu Omodeo Tasso che, nel XIII secolo, unì alcuni parenti in un gruppo di corrieri al soldo di Venezia. Questo nucleo si componeva di 32 elementi (quasi sempre investiti con pratica di nepotismo) e veniva indicata con il termine di Compagnia dei Corrieri. La loro abilità nel trasportare corrispondenza tra Venezia e le principali città d'Italia, in particolar modo con Milano e Roma, non fece che accrescere la loro fama, tanto da essere investiti corrieri ufficiali della corrispondenza del Papa.
Il definitivo salto di qualità avvenne quando l'imperatore Massimiliano I diede loro la possibilità di lavorare all'interno del Sacro Romano Impero. A tal riguardo acquisì notevole importanza Zanetto Tasso (o de Tassis) che, vivendo a corte, ebbe in gestione il servizio postale di Spagna e Paesi Bassi. Lo sviluppo richiese migliaia di corrieri che varcavano i confini delle varie entità statali e centinaia di stazioni di cambio, ognuna gestita da un componente della famiglia dei Tasso. Si racconta che Giovanni Battista de Tassis andò, in sella al suo cavallo, da Francoforte a Bruxelles in soli due giorni per portare a Carlo V la notizia della sua elezione ad imperatore. Il ramo tedesco della famiglia diede vita al casato dei Thurn und Taxis, che divenne una delle famiglie più ricche di quel tempo. La fedeltà che i Tasso assicuravano ai vari monarchi era assoluta, i quali ricambiavano assicurando incarichi sempre più importanti, come ad esempio il trasporto dei proventi delle tasse. I loro spostamenti richiedevano l'utilizzo di carrozze nelle quali, a volte, venivano accompagnati anche passeggeri. Questo servizio successivamente prese il loro nome, dall'iniziale tassì all'attuale e modernizzato taxi. Il tutto partendo da questo piccolo borgo montano, nel quale è possibile ammirare un museo storico che raccoglie le gesta, i documenti e ogni tipo di materiale inerente questi illustri antenati. Gli eventi ed i successivi regimi politici non interessarono più di tanto il paese, che perse i benefici di cui aveva goduto per parecchi secoli e si avviò verso un lento ma costante spopolamento.