La Chiesa di S. S. Alessandro e Vincenzo
Al visitatore che percorre la strada che attraversa il centro storico di Ponteranica, la chiesa di S.S. Alessandro e Vincenzo si presenta sulla sinistra, in fondo ad un ampio spiazzo, raggiungibile a sua volta dopo una leggera salita. Grazie al grande sagrato antistante la chiesa, la cui pavimentazione e' stata oggetto di rifacimenti pochi anni or sono (1993-1994), e' possibile apprezzare appieno la semplice ma squisita facciata quattrocentesca, tutta realizzata in pietra a vista. Al centro della facciata si apre il portale, circondato da conci di pietra di colori diversi alternati, e sovrastato da un lunetta sfondata, il cui intradotto e' decorato con motivi ornamentali, secondo un gusto che rispecchia la piu' tipica tradizione lombarda della seconda metà del Quattrocento; questa lunetta, che oggi appare parzialmente coperta da uno stemma cardinalizio, presentava in origine una decorazione ad affresco che, all'inizio degli anni '40, veniva descritta da Padre Tosino, allora Parroco di Ponteranica, come una Madonna col Bambino e due santi, a suo parere forse identificabili in Sant' Alessandro e San Vincenzo. Tuttavia, come riferisce il Beretta, gia'qualche decennio piu' tardi, l'affresco era stato strappolato, trasferito su tela e portato nella casa parrocchiale per motivi di conservazione. Al sopra citato testo di Padre Tosino ci si puo' anche rifare per ricordare che, un tempo, la decorazione esterna della chiesa riguardava anche la facciata meridionale: anche questo lato, infatti, era decorato con affreschi - probabilmente Quattrocenteschi come i lacerti che in origine si trovavano sopra il portale.
Anche i due lati esterni rivolti a Sud e a Nord presentano finestre di uguale fattura, cinque per lato, abbellite da vetrate policrome con motivi decorativi astratti, realizzate nel 1971. Sul lato esterno destro si trova, oltre ad uno dei due attuali ingressi laterali posti all'altezza della terza campata e oggi raggiungibile mediante due rampe di scale, una porta murata. La chiesa presenta pianta ad unica navata, suddivisa in quattro campate da pilastri e da archi ogivali, e termina sul fondo in un ampio presbiterio con un'abside maggiore e due piccole absidiole laterali, alle quali sono stati addossati due altari marmorei. L'attuale aspetto dell'interno della chiesa non coincide con quello quattrocentesco; sappiamo infatti che in origine esso era caratterizzato da un soffitto ligneo a travi, e che erano visibili lungo le pareti affreschi ed
elementi in pietra viva. Oggi presenta una volta con costoloni e vele che coprono le strutture originali del soffitto, fatti realizzare in stile neogotico dal Catto' durante il restauro ottocentesco. Durante questo restauro, che di fatto consistette in una serie di pesanti rifacimenti, si coprono le mura
perimetrali e i pilastri con stucco lucido ad imitazione del marmo, si aggiunsero agli stessi pilastri i capitelli scolpiti in stile gotico e si ricoprì la
nuova volta della navata, così come quella del presbiterio, con affreschi goticheggianti.
Lorenzo Lotto "il Polittico"
Il polittico di Lorenzo Lotto nella chiesa parrocchiale dei Santi Alessandro e Vincenzo in Ponteranica fu eseguito per l'altare alla destra della cappella maggiore, dedicato al Corpo di Cristo e ai due Giovanni, il Battista e l'Evangelista. L'altare era sotto il patronato della Scuola del Corpo di Cristo: i confratelli - stando ai documenti - per la fine del 1518 avevano già fatto approntare l'ancona, ovvero la struttura
lignea entro la quale collocare le tavole dipinte, e nel settembre del 1521 ne commissionavano la doratura a un artigiano specializzato, Pietro de Maffeis da Zogno, che già aveva dorato l'ancona dell'altar maggiore. Il lavoro, minutamente dettagliato nei patti, doveva essere ultimato per la Pasqua del '22, e non c'e' ragione di dubitare dell'artefice, che ne riceveva il saldo alla fine di quell'anno.
L'opera del Lotto e' firmata e datata sulla roccia che ospita il Battista, ma una fenditura nella tavola rende impossibile la lettura dell'ultima cifra, quasi totalmente cancellata. I patto con Pietro de Maffeis permettono tuttavia di ritenere secondo buona logica che il pittore fosse impegnato al rispetto del medesimo termine fissato per il doratore, giacchè questi non avrebbe ovviamente ricevuto tante pressioni per il completamento dell'ancona se questa non fosse stata destinata ad accogliere ipso facto le pitture. La scadenza pasquale prescritta all'artigiano e' del resto perfettamente il linea con il significato eucaristico e sacrificale del complesso lottesco. La data del 1522 appare dunque la piu' plausibile anche per il Polittico: una chiarissima conferma si ricava dal confronto con tipi fisionomici e preziosismi coloristici del Congedo di Cristo dalla Madre per Elisabetta Rota (oggi a Berlino), firmato e datato 1521, e dall'Adorazione del Bambino (oggi a Washington), firmata e datata 1523. Non sembra esservi alcuna ragione per ipotizzare - come pur di recente s'e' fatto - che le tavole del registro superiore siano state eseguite in un secondo momento, nel 1525: sia perchè i committenti, una volta completata e collocata l'ancona lignea, non avrebbero certo accettato di vederla riempita soltanto a metà; sia perche' in quell'anno il pittore, tuttora impegnato in città negli affreschi di San Michele al Pozzo Bianco oltre che nell'immenso progetto dei cartoni per le tarsie del coro di Santa Maria Maggiore.
Nel registro inferiore il polittico comprende:
- Al centro, San Giovanni Battista su un ampio piedistallo di roccia, con l'agnello in braccio e la rustica croce.
- A sinistra, San Pietro con le chiavi e il libro chiuso nelle mani, i piedi in rudimentali calzari.
- A destra, San Paolo con un enorme spada nella mano destra, mentre la sinistra, tenuta sul fianco in apparenza a raccogliere il mantello.
Nel registro superiore il polittico comprende:
- Al centro, il Cristo di Passione su uno splendido tappeto di nuvole bianche.
- A sinistra, L'angelo annunciante, in vaporosa veste rosa, plana in volo sullo sfondo notturno illuminato dalla consueta colomba dello Spirito Santo.
- A destra, la Vergine annunciata, vestita dei tre colori canonici.
La descrizione mette in evidenza tutti gli elementi determinanti di un insieme pittorico tradizionale per la sostanza dottrinale e per concezione strutturale, ma rinnovato e ravvivato proprio dall'intelligenza della disposizione e dalla cura del dettaglio significativo. Il registro inferiore va letto come manifestazione trinitaria e unitaria della Chiesa e della Parola. Possiamo anche, anzi dobbiamo leggerlo anche come spazio unitario, fisico e metaforico, giacche' la coerenza compositiva e' garantita dai tendaggi tirati sui lati, come un sipario che s'apra rivelando un ampio proscenio e permettendo la drammatica apparizzione di Giovanni Battista. Del resto, le tende sono un simbolo di onore solenne che attraversa religioni e
culture diverse: servono a celare e preservare il luogo sacro, salvo aprirsi a levarlo nelle occasioni opportune fissate dal cerimoniale. Ragione rituale e soluzione rappresentativa appaiono in tal modo perfettamente coincidenti.
Documentazione reperita dall'opuscolo "Santi Alessandro e Vincenzo in Ponteranica" a cura del Centro Culturale Nicolo' Rezzara
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